1 lug 2013

IO (Autoritratto)



Io.
Io che non sento gli odori e che quando mi si apre il naso quasi sempre rimpiango il tempo in cui se ne stava tappato.
Io che non amo il mare perchè fisicamente mi sfinisce il caldo mentre il sole brucia, il sale sulle spalle pizzica, la sabbia si attacca alla pelle e l'acqua è sempre troppo fredda.
Io che non sopporto la pubblicità, alla televisione, che è noiosa, ripetitiva e stupida.
Io, che non mi piace andare al cinema perchè ormai non sanno più raccontare una bella storia.
Io, che non amo neanche i telefilm, che oggi invece si chiamano fiction, perchè per raccontare una storia, per la quale basterebbe un'ora, impiegano sette puntate di due ore e mezzo, ciascuna infarcita di abbondante pubblicità.
Io, che non vedo più neanche le partite di calcio, perchè ci hanno tolto il gusto del risultato, ci rimpinzano ogni giorno come polli da batteria e, alla fine, dovremmo passare la vita davanti ad uno schermo sul quale ventidue imbecilli in mutande si esibiscono in un gioco truccato, corrono appresso ad una palla che devono buttare dentro un cesto grande come un camion e sono pure convinti di essere degli eroi in peplo come i gladiatori romani.
Io, che non sopporto le televisioni generaliste che ti spappolano il cervello facendoti sembrare normale la stupidità del pettegolezzo da parrucchiere.
Io, che non sopporto i politici che pensano di essere dei padreterni pieni di gloria a cui dobbiamo chiedere l'elemosina di una promessa che non viene mai rispettata, mentre dovrebbero ringraziarci che gli abbiamo trovato un lavoro e gli abbiamo dato anche una ragione per vestirsi bene e guadagnare tanti soldi.
Io, che non sopporto gli eroi, perchè, poveretti, sono tutti morti e, quindi, sono il simbolo perfetto della sconfitta.
Io, che non sopporto neanche le guerre, che non servono certo ai popoli per regolare le proprie faccende (che verrebbero regolate comunque, al limite con una scazzottata chiarificatrice), ma sono utili soltanto ai potenti, che inventano ragioni di principio per ingrassare i propri interessi facendo, poi, pagare le spese ai popoli dei poveri cristi che vengono macellati sotto bandiere che non hanno cucito e divise che non hanno disegnato.
Io, che non sopporto gli sfruttatori, che sono come i  vampiri che si nutrono del sangue degli sfruttati, povere puttane di strada, poveri operai di fabbrica, poveri giovani precari, poveri vecchi che votano il bellimbusto che gli sorride maligno dalla televisione, poveri ignoranti di ritorno arricchiti da  uno stipendio da fame che passano le serate a rincoglionirsi in discoteca oppure drogandosi o ubriacandosi per la strada, pensando invece di sballare strippando.
Io, che non amo i soldi perchè sono un surrogato finto della felicità e danno solo problemi rendendo gli uomini ricchi vuoti come alberi spolpati dalle termiti e quelli poveri disperati come cactus assetati nel deserto.
Io, che non sopporto i preti che fanno le prediche nelle quali insegnano la morale che essi stessi si rifiutano di praticare.
Io, che non sopporto le verità preconfezionate di chi si difende in tribunale portando il buon nome come avvocato della sua difesa.
Io, che non credo alle verità di fede, siano esse religiose, politiche o morali, anzi che non credo alle verità, perchè di assoluto non c'è nient'altro che la morte.
Io, che non credo alle parrocchie dove il padrone di casa ti insegna la sua verità e tu devi sempre dargli ragione.
Io, che non sopporto l'oratorio dove ti insegnano il catechismo dell'ortodossia.
Io, che non sopporto neanche gli oratorii delle assemblee politiche dove devi sempre essere ortodosso e battere forte le mani, altrimenti sei un eretico e ti cacciano dall'assemblea.
Io che non sopporto l'eresia, perchè è la verità votata da una maggioranza, oggi, che, domani,  diventerà una minoranza eretica.
Io, che non sopporto patiboli, croci, forche, muri e forni crematori.
Io, che non tollero le verità senza dubbi.
Io, che non credo alle risposte, ma preferisco le domande.
Io, che non sopporto tutte le strade che portano a Roma.

Io, invece, che amo, viaggiando, tutte le strade che partono da Roma.
Io, invece, che preferisco le domande, che allargano il mondo, alle risposte, che lo restringono.
Io, che adoro i dubbi, perchè sono le gemme che crescono sui rami dell'albero delle verità.
Io, invece, che abolirei l'ergastolo, che è una pena di morte differita.
Io, invece, che faccio il tifo per gli eretici e le streghe, che finirono bruciati sui roghi per aver creduto alla verità del bene e del male che convivono nello stesso corpo.
Io, invece, che amo la musica che ti fa battere forte le mani senza convincerti con parole, prediche o catechismi.
Io, invece, che amo le sagre dove la gente si annoia ma almeno mangia, si ubriaca e fuma.
Io, invece, che amo le sale da concerto, dove la gente batte le mani solo se il direttore d'orchestra smettere di agitare la sua bacchetta magica.
Io, invece, che credo agli spiriti della natura, che vivono all'ombra dei vecchi alberi, nelle grotte profonde o nelle gallerie scavate sotto terra.
Io, invece, che credo agli dei che sono stati creati dagli uomini per mettere al sicuro le proprie paure.
Io, invece, che so di essere nato libero e che nessuno può mettermi le catene.
Io, invece, che so che la ricchezza è un sogno pesante come una catena per cani da guardia.
Io, invece, che amo più i gatti, che sono liberi e ti amano per convenienza, dei cani, che ti amano anche se li prendi a calci nel culo; anzi, allora ti amano di più (io sono un cane, poi, a dire il vero).
Io, invece, che amo andare a passeggio, in giro, in vacanza, in viaggio, da qualche parte, non importa poi tanto, in fondo, il dove.
Io, invece, che preferisco il teatro al cinema, perchè sul palcoscenico, in fondo, gli attori sono liberi di sbagliare la battuta, mentre il cinema è una grande prigione, in cui gli attori vengono tenuti rinchiusi in celle anguste come fotogrammi.
Io, invece, che preferisco litigare urlandoti in faccia le mie ragioni, affinchè anche tu mi urli in faccia le tue, e possiamo, alla fine, abbracciarci stretti felici di non avere avuto ragione.
Io, invece, che amo l'acqua che gorgoglia nella fontana e sparisce misteriosamente nel gorgo in cui si avvolgono le spirali del mistero della vita.
Io, invece, che preferisco la vasca da bagno alla piscina, perchè la trasognata pigrizia di un bagno dà più piacere della faticosa spossatezza di una nuotata in gabbia.
Io che amo l'odore dei fiori, ma non riesco a sentirlo quasi mai perchè ho il naso chiuso quasi sempre.
Io che amo andare in giro, a spasso fra sogni spaziosi come piazze e storie antiche come vecchie sorgenti.

5 commenti:

  1. Lo sai che io sono d'accordo con te su tutti i punti :) tranne due: amo follemente il mare e a casa non facio mai il bagno ma solo la doccia che fa scivolare via tutte le brutture.
    Ciao Piero

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    1. Sapessi come mi fa piacere questa tua risposta!
      Ti correggo solo per una cosa: anche io faccio sempre la doccia; il bagno mi piace da morire, ma, nonostante tutto siamo sempre troppo stressati per perdere un'ora a mollo come il bucato che puzza.
      Ma in questo... autoritratto io preferisco il bagno alla piscina (non alla doccia); qui, la piscina indica la mia idiosincrasia per le attività sportive amatoriali (che mi sono scordato di mettere nel quadro), attività amatoriali che non sopporto proprio.
      Un'amica mi ha detto che queste attività sportivo/motorie (corsetta, palestra, pialtes, ecc.) servono, adesso che abbiamo una certa età (quando eravamo giovani era l'argento vivo che ci brillava addosso, facendoci vibrare come cristalli impazziti) per fare una certa "manutenzione" al nostro fisico.
      E si che c'ha ragione lei.
      Ma almeno chiamiamola riabilitazione, dico io, no?

      Per il resto, sono contento che condividiamo tanto.
      Meno il mare!
      Ma io penso che "varietà è ricchezza".
      E quindi, così, io e te insieme amiamo più cose che ognuno di noi da solo.
      E questo mi piace ancora di più.

      Un abbraccio
      Piero

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  2. Cominciamo, allora, con un bacio, visto che mi vuoi bene (sempre affettuosamente parlando).
    Poi, passiamo al resto.
    Si, sentiamo il mondo in modo piuttosto simile, e questo è bello, no?
    Per il mare... il mare...
    Ho abitato per alcuni anni a Formia, dal 1981 al 1987. Conosco il mare d'estate e d'inverno, di sabbia e di roccia, d'acqua fredda e d'acqua calda, d'acqua ferma e d'acqua mossa. Ho imparato a nuotare a Serapo, a Gaeta, quando avevo più o meno una decina d'anni, una mattina d'estate con il mare grosso, i cavalloni, la schiuma delle onde, la risacca... Al mare mi hanno raggiunto le notizie più terribili della mia vita, via cavo, naturalmente, telefonico. Ma non è colpa di questo episodio. Io non sopportavo il mare già da prima, non l'ho mai sopportato. Il sole è sempre troppo caldo, la sabbia, allora che c'erano le spiagge profonde decine di metri (ma ora se l'è mangiate il mare, ingordo, quelle spiagge così profonde) la sabbia scottava sempre sotto i piedi, il sale che si secca sulle spalle pizzica sotto la maglietta, quando finalmente te ne puoi andare a casa, e, soprattutto, ma non l'hai visto che l'acqua, appena entri con i piedi dentro, ti morde con bocca di ghiaccio salendo fino alla schiena aggressiva e minacciosa?

    Si, ho visto anche il mare cristallino, la bellezza dei riflessi che si perdono lontano, la voce profonda e intensa che racconta storie lontane. Ho visto l'abbraccio fra il mare e la storia, nei luoghi dove l'acqua bacia città sommerse che sono belle come ninfe delle sorgenti.
    Ho visto la sabbia bianca e leggera come talco.
    Non in luoghi lontani, ma anche qui da noi, molto più vicina di quanto si possa immaginare.
    Ho visto le cristalline profondità che t'invitano a tuffarti spensieratamente...
    Ma che ci vuoi fare? Io resto uno idrofobo.

    Ma, anche a te dico, non è meglio così?
    Così, insieme, amiamo più cose che presi da soli.
    Non è più bello, così?

    Un (altro) bacio,
    Piero

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  3. Un Autoritratto che assomiglia molto al mio
    Come te, amo andare in giro, in mezzo alla natura quando è possibile, amo i gatti ma anche i cani ( poverini che colpa hanno se amano l' Uomo e sono fedeli), Il mio mare è solo d'inverno, quando la natura si scatena e la confusione è lontana
    Preferisco il bagno alla doccia, tranne d'estate
    La musica è la mia seconda pelle
    E a proposito degli dei ...è stata davvero una bella nostra invenzione
    Un caro abbraccio da Mistral

    Ps complimenti per l' Autoritratto

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  4. Vedi, cara Mistral?
    Per quanto incompleto, l'autoritratto è un modo per trovare "anime gemelle".
    Sarà questo, l'avere tante cose in comune che ci fa essere amanti della parola scritta, o della luce imprigionata in un quadro oppure una foto, o del movimento controllato del disegno...
    Addirittura, portiamo addosso la stessa seconda pelle!
    E' quasi sensuale, come affinità, no?
    Ma lo dico con serena affettuosità: in queste pagine, nei miei blog che ondeggiano di casa in casa, o tu nel tuo, più stabile e basato, in fondo cerchiamo di esporre le nostre anime nude, o ... almeno, meno coperte del solito... non ci deve spaventare se poi la vicinanza ci fa sentire anche in qualche modo stretti in un abbraccio...

    Un caro saluto,
    Piero

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