photo by pierperrone |
Ravviva 'l foco
Divina mano
Nel célo igneo:
Occidente arrossa
E le smosse fiamme
Dell'inferno, ora,
Liberate, divorano
Noi, sterpi aguzzi,
Ridotti a sangue.
Ardon di braci
L'infocate croci
Nel nostro cuore
E c'impaura 'l foco
Presagendo fosco
Il tempo domani
Che secche carni
renderà.
E' tempo ormai.
Il velo nero scende
A rapir la vista,
E presto s'allarga
Il vasto manto,
Sugli occhi, lesto
Scende, e terra,
Luce, tutto annera.
Oriente muore
E spenta vampa
resto. Freddo guizza
E veloce corre
Il treno, feroce,
Che inghiotte
Le rotaie. Urla
Il cielo nero, a me,
Canti di corvi.
Ormai silenzio.
E falsi abbagli
Elettrici. Notte.
Consunte vampe.
Caro Piero,
RispondiEliminasi dice che la poesia è accostare parole in modo nuovo e coinvolgente...tu ci sei ottimamente riuscito...bellissima poesia.
Ciao.
Grazie, Paolè.
RispondiEliminaModo nuovo e coinvolgente, dici? Bello. Un pò di novità e di sentimento legati insieme non è male. No?
Buonagiornata, Pà!
Piero
Forma e stile particolari questa poesia, scelte forse non a caso.
RispondiEliminaMi par di capire che il tempo sia il tema forte di questi versi. Questo finire del giorno che incute un senso di paura, perchè ogni giorno che finisce è un avvicinarsi alla fine e sottolinea la velocità del tempo che passa e che consuma la vita, che ci sembra sempre troppo poca...Questo credo che emerga da questi tuoi versi che pur essendo in qualche modo "forti", quasi inquietanti, esprimono alla fine quella che credo sia una tua caratteristica irrinunciabile: la voglia di vivere. Ecco, questo ci sento: una grande voglia di vivere contro ogni inevitabile consunzione del tempo e la percepisco proprio in quel sottolineare, attraverso l'immagine del treno che inghiotte troppo rapidamente le rotaie, l'ansia quasi, di vivere.
Bellissime le immagini del dio che ravviva il fuoco e della notte come un grande mantello.
Ciao Piero, un abbraccio
Mia cara Patrizia,
RispondiEliminasi, credo che il senso della poesia sia quello che hai chiamato l' "ansia di vivere".
Alle volte capita che guardare il cielo rosso fuoco ci perda del tutto, no?
Alle volte è quell'aria di cristallo sfavillante che l'aria attorno a noi rende vita adamantina...
Ecco, l'altra sera, dal treno in corsa, mentre tornavo a casa, a Roma, da un breve spostamento ... familiare, non ho potuto fare a meno di rimanere incantato dal fuoco rosso che ardeva in cielo.
Era proprio un incendio sopra di noi, sulla nostra testa.
Sopra, anche nel senso di dimensione metafisica ...
Io non so se gli altri viaggiatori se ne siano accorti.
Forse qualcuno si, chissà, non potevo vedere dal mio posto tutti gli altri compagni di viaggio.
Qualcun altro, forse, era impegnato a pensare ai casi suoi e si è distratto, si è perduto lo spettacolo incendiario...
Mi dispiace per quelli.
E io ho fatto una cosa.
Preso il telefonino connesso ad internet e... ho provato a postare al volo quella visione...
Forse la particolare forma del linguaggio è dovuta alle ristrettezze del mezzo tecnico...
Oppure è stata frutto di un'esigenza espressiva interiore?
Io ho sentito vive tutte e due le cose, legate insieme indissolubilmente.
Perchè forse è proprio così, come dicono tanti semiologi ed esperti di comunicazione: il mezzo tecnico condiziona la forma ed il contenuto del messaggio.
Adesso non voglio fare ... il filosofo.
Ma forse è stato proprio così.
Perchè certo, la scomodità della tastiera quasi cieca del telefonino ha imposto recise condizioni al mio modo di esprimermi.
Ma è anche vero che ho sentito mio un linguaggio diverso dal solito, che mi ha permesso di ... spremere un succo più ... distillato.
Ecco, è come quando si fa il "lacrima christi", il "vino passito", l' "amarone" della Valpolicella, dalle tue parti veronesi (ti piace?)...
Il distillare più intensamente produce essenze nuove...
Ecco, forse è successo così.
Un bacio e... un sorso di amarone (dopo pranzo, ci sta).
Piero
Non sono un'estimatrice di vini, ahimè...ma l'amarone lo conosco bene e mi piace, specie per farci il risotto :-))
EliminaOttimo dev'essere il risotto all'amarone. Che altro ci metti?
EliminaOgni volta che devo lasciare qui un commento mi fa pensiero, comprendo i tuoi versi, per me abbastanza difficili,ma un aggiungo altro.
RispondiEliminaDirei che un ottimo vino passito è il "Sagrantino" di Montefalco, sicuramente lo conosci...
Con amicizia e simpatia
Lucia
A me fa piacere sempre se aggiungi i tuoi pensieri.
EliminaIl sagrantino... certo, ottimo!!!!!!!
Come Montefalco, splendido luogo dell'anima.
Piero
La leggo ad alta voce per coglierne tutta la musica....
RispondiEliminaNon sempre c'è bisogno di "capire"....poesia è anche un suono, una sensazione, come sedere presso un ruscello di montagna ed ascoltare il suono dell'acqua che salta, sbatte, smuove piccoli sassi......
Grazie davvero, e che dirti di più?
EliminaMusica?
Si, la poesia dev'essere anche musica, suono, melodia, canto, ritmo... grazie!
Un abbraccio,
Piero