Peter Pan a Roma - 1/2/2012 |
In fondo, mi dicevo pensando tra me e me, le pillole, in questa strana confezione, dovranno, alla fin fine, essere una cinquantina in tutto.
All'incirca una per ogni anno di vita e così, più o meno, tenendo conto di qualche pillola "multipla" o "plurima", ci avviciniamo a quel numero.
In termini di pillole, fa una cinquantina.
In termini di anni, più di mezzo secolo.
Terribile constatazione, mortificazione del mio Peter Pan, eterno ragazzo!
Quante pillole ho messo nella scatola finora?
Cinque?
Questa è la sesta, allora, del blister.
E penso che, per continuare a riempirlo, sia il caso di cominciare a compiere la parte più difficile del lavoro.
Parlare dei tempi più recenti, dell'oggi, al massimo di ieri, ier l'altro, non più lontano di lì.
Per paradosso mi sembra più facile tirare fuori i ricordi più remoti, le sensazioni che la chimica dei ricordi, di tanto in tanto, fa riemergere , a volte improvvisamente, dal profondo della memoria.
Sono la meraviglia, la nostalgia, l'impressione d'incantamento, in quei casi, a rendere forte l'esigenza di mettere sul foglio - rectius, la pagina - la penna.
... (pausa di riflessione)
No, non di penna, si tratta, ma di tastiera.
No, non di penna, si tratta, ma di tastiera.
Le due parole descrivono mezzi tecnici differenti, che disegnano epoche piuttosto distanti ...
Questa distanza, però, non si misura solo sulla scala del tempo, mesi, anni, decenni ...
Sembra molto più vasta se la guardo attraverso l'abisso che c'è fra una penna ed una tastiera...
Questa distanza, però, non si misura solo sulla scala del tempo, mesi, anni, decenni ...
Sembra molto più vasta se la guardo attraverso l'abisso che c'è fra una penna ed una tastiera...
Non di ricordi, si tratta.
Questa è una pillola di vita corrente.
Questa è una pillola di vita corrente.
Riguarda il 2013.
L'oggi.
Parlarne è il compito più difficile, il più temibile di tutti, il più tremendo.
La confessione del presente è come la presa diretta con la scena di un delitto.
Tracciare la rotta di ciò che avviene sotto i nostri occhi esposti sull'immensa vastità del nostro essere, è la più ardua delle imprese.
Perchè, questo oggi, ogni oggi che arriva e che accade, è come un attimo, come un unico istante diluito nel tempo, una goccia di cui ho deciso di parlare, e per parlarne devo separarla dall'immensa massa acquorea dell'oceano della vita, della mia vista che scorre, si muove, tempesta o si rasserena...
L'oggi, il giorno di oggi, posso frammentarlo in una caleidoscopica molteplicità di immagini individualmente impersonificate in uno specifico soggetto, ognuna divisa e separata dall'altra, ognuna ontologicamente appartenente ad una natura a sè propria...
Quell'oggi, invece, se oggi lo chiamo con il suo nome generico di oggi, lo posso invece condensare anche in un solo unico ricordo, in un'unica icona sacra, simbolo e totem dell'unico evento memorabile della mia vita vissuta, oggi, se mi va.
Quell'oggi, invece, se oggi lo chiamo con il suo nome generico di oggi, lo posso invece condensare anche in un solo unico ricordo, in un'unica icona sacra, simbolo e totem dell'unico evento memorabile della mia vita vissuta, oggi, se mi va.
Scelgo io, come mi pare.
E comunque, qualsiasi scelta, al riguardo, io decida di fare, non mi sento per niente sicuro di saper, così, distillare, in un modo o nell'altro, il vero valore di questa giornata di oggi, se voglio mettere anche quest'oggi in relazione al resto dei miei ieri passati, frammenti di vita trascorsi, perle preziose che, unite, formano la una lunga preziosa collana che chiamo esistenza.
Può sembrare ovvio tutto questo, comunque, no?
Che stai dicendo, povero Peter Pan ferito?
Non sembri strano, invece, che la stessa sensazione di spaesamento resti immutata, anche se estendo la considerazione appena svolta all'intero anno trascorso.
Un anno che s'inanella in quella mostruosa costruzione che inesorabilmente traballa e pende ormai verso il basso...
Un anno dai contorni sfumati, sfuggenti, evasivi... fantasma di quegli anni che furono quegli anni che, ansioso, cercavo di collezionare, diamanti lucenti, preziosi, perfetti...
Ora quella collezione la tengo chiusa in cassaforte.
Non passo più ad ammirarla ogni giorno.
Neanche ogni anno...
Ecco, lo straniamento di un anno, di un intera rotazione dell'asse terrestre.
Quel giro di giostra, è iniziato, e ormai finito, durando, in tutto, 52 settimane.
Come sempre.
Allora, quando quel giro era all'inizio ... era, dunque, già un anno fa.
Un anno che s'inanella in quella mostruosa costruzione che inesorabilmente traballa e pende ormai verso il basso...
Un anno dai contorni sfumati, sfuggenti, evasivi... fantasma di quegli anni che furono quegli anni che, ansioso, cercavo di collezionare, diamanti lucenti, preziosi, perfetti...
Ora quella collezione la tengo chiusa in cassaforte.
Non passo più ad ammirarla ogni giorno.
Neanche ogni anno...
Ecco, lo straniamento di un anno, di un intera rotazione dell'asse terrestre.
Quel giro di giostra, è iniziato, e ormai finito, durando, in tutto, 52 settimane.
Come sempre.
Allora, quando quel giro era all'inizio ... era, dunque, già un anno fa.
Un anno fa ...
Allora erano i giorni della merla...
Nel 2012.
Allora erano i giorni della merla...
Nel 2012.
Cliccando sul simbolo del meteo si apre il video delle previsioni del 31 gennaio 2012.
Era un martedì, quel 31 gennaio, questa è la prima precisazione.
Oggi, invece, è già giovedì.
Un sollievo, almeno per chi attende che la settimana finisca.
Senza tener, però, nel giusto conto che ogni settimana che se ne va, poi, più non torna indietro...
Piccola lacrimevole considerazione del Peter Pan immalinconito.
Comunque, fatti in là, piccolo essere egoista.
Ecco, dunque, dicevo.
Il 31 gennaio 2012 era martedì.
Il tempo volgeva decisamente la brutto.
La merla si sfregava le ali.
Pioggia e gelo.
Attesa di neve.
Disagi.
Il solito caos che accompagna queste situazioni nelle nostre città che non sopportano più, ormai, lo stress a cui le sottoponiamo come volessimo farle soffrire per forza.
No, non il solito caos.
Quelli del 2012 furono giorni della merla molto peggiori del solito.
Ma la poesia si nasconde anche sotto quel velo di caos.
La neve... cadde davvero, in quei giorni della merla ed in quelli immediatamente successivi.
Fu uno spettacolo meraviglioso.
Almeno per me.
La città era vestita a nozze.
Un vestito bianco la rendeva innocente e pura come forse prima non era mai stata.
Le brutture, la stanchezza, le ferite, le rughe ... tutto nascosto sotto un make-up di fascino straordinario...
Un incantesimo di breve durata.
Nella giungla, ogni momento, si svolge una sanguinosa lotta continua fra le infinite forme di vita che si contendono la supremazia sulle rigogliose forme della natura.
Così, la lotta, anche, si svolse sulla superficie più insondabile e nelle profondità più inesplorabili della città...
Forze incontrollabili s'impadronirono di quella maschera di bellezza e restituirono ai nostri sensi la rumorosa confusione dell'oggi, sempre uguale a se stesso, invariabile, inesorabile.
Forze incontrollabili s'impadronirono di quella maschera di bellezza e restituirono ai nostri sensi la rumorosa confusione dell'oggi, sempre uguale a se stesso, invariabile, inesorabile.
Ma qualcosa rimane di quella maschera.
E chi se lo scorda più quel candore, nel gelido sguardo dell'infantile creatura giocosa in cui, per miracolo, si era trasformata la giungla che chiamiamo città?