3 nov 2013

ANIME NELLA RETE

Photo by Pierperrone



In questi giorni di ricordanze, capita che alcune anime, lasciata, per lo più troppo presto, la strada dei giorni e della vita su questo mondo, restino impigliate nella rete che gettiamo per catturarle...

Pescatori instancabili, ma anche, spesso, disattenti, ci sporgiamo su quel mare così oscuro nel quale hanno imparato a nuotare, quelle povere anime sfuggite a questo acquario affollato e rumoroso.

Accecati dal sole che arde sopra le nostre teste, i nostri occhi non sanno vedere.

Guardano, cercano, rovistano, ma sono come vuoti.

Eppure, in quelle reti, a volte, le anime restano impigliate.

Per pochi attimi soltanto, magari.

E poi riescono a fuggire...

Ma se in quell'attimo ci mettiamo ad osservare bene, eccole, le anime, si riescono a scorgere...

Forme che ci appaiono familiari...

Baluginii, quasi riflessi del nulla...

Eppure quale importanza hanno per noi!

Saremmo forse contenti di sapere che, una volta partite da noi, le nostre anime finiscono perse, perdute per sempre, in un oceano infinito nero come la pece.

Un mare nel quale annega ogni forma di vita...

E invece, basta un riflesso...

Un lampo...

E scopriamo le anime, dentro di noi, che sono rimaste impigliate nella rete che abbiamo teso per non lasciare fuggire il passato di cui siamo impastati...

Perchè in quell'incaglio di questo ci accorgiamo, di esser impastati di qualcosa che fu...

E che ora continua ad essere, nel tempo e nella vita, dentro e per mezzo di noi...

Per questo, quel nero mare che chiamiamo perdita, morte, nulla infnito, è solo un'illusione terribile.

Niente finisce davvero.

Neppure se da ciò dipendesse la salvezza del mondo.

Continua la vita e la gioia.

Continua il dolore.

continua la memoria, attraverso il ricordo...

Anche se non volessimo, non potremmo che essere pescatori distratti.

E' questa la nostra vera natura.

Abbiamo le pinne che ci spuntano dietro le spalle.

E le branchie che si aprono dentro di noi...

Nuotiamo in quel mare e ci orientiamo a tentoni...

Nei giorni delle ricordanze un barbaglio luminoso ci attrae...

Una lampara sulla superficie lontana del mar della vita...


7 commenti:

  1. Davvero toccanti queste tue considerazioni...E' vero, basta un nulla, un dettaglio. E noi che amiamo così tanto i dettagli riusciamo a cogliere ciò che portanto. Tutti noi ci riusciamo, non so se perchè lo vogliamo o perchè davvero è così. Ma la memoria, il ricordo delle anime che abbiamo amato o che ci hanno solo sfiorato in vita segnadoci però in modo profondo, quelle che abbiamo conosciuto solo attraverso il racconto di altri. Tutte loro rimangono legate a noi che ancora facciamo parte di questo mondo apparentemente vivo. Forse per loro siamo l'unico modo per non sparire completamente, per noi sono un filo che ci tiene uniti ai nostri giorni belli, alla nostra vita passata. Noi continuiamo a vivere ma siamo sempre e comunque legati a doppio filo con chi è stato. Come l'astronauta che rimane legato alla possibilità di tornare sulla terra, al suo mondo, grazie a quel filo che lo tiene fissato alla sua astronave, unico modo possibile per garantire il ritorno. Noi siamo in parte loro e loro sono parte noi. Niente mai finisce completamente. Hai ragione Amico mio...dio se hai ragione!
    Ciao e un grande abbraccio.

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  2. Cara Patrizia,
    forse è l'età.
    Forse dipende dall'età la capacità di vedere le anime che s'incagliano nella rete...
    Forse sarà l'età che invoglia le anime ad impigliarsi proprio in quella nostra rete...
    Quando l'età era ... un'altra, invece che le anime vedevamo eroici titani che andavano alla conquista del mondo... o addirittura dell'universo...
    L'astronauta legato a quel filo era una nuova vita che partiva per fecondare l'universo... la canna d'aria era un cordone ombellicare, l'astronave una placenta... l'astronauta un centauro indomabile...
    Quell'età che è stata è anche passata...
    Ora i nostri occhi hanno acquistato poteri speciali, la nostra pelle ha una sensibilità particolare...
    E se pure, forse, non fosse frutto dell'età, resta che quel dono, la dimestichezza all'uso di quel dono, l'abbiamo acquisita poco per volta, come una patente che richiede una pratica speciale...
    E solo così quelle anime hanno avuto fiducia in voi, si sono sedute, almeno per un attimo sul nostro autobus ed hanno preso un passaggio...
    Dove sono ora?
    Chissà!

    Arriverà poi un'altra età.
    Sarà quella in cui ci siederemo a fianco di quelli che hanno imparato a guidare quella barca, quell'autobus, a gettare quella rete...
    Viaggeremo un poco con loro...
    Ci consolerà?
    O saremo noi a consolare loro?
    Per un attimo non ci sarà differenza fra i loro corpi e le nostre anime...
    E la consolazione sarà un lampo che balugina per un attimo...
    (Io l'ho chiamata consolazione... non so se la parola ha un senso. Ma sono certo che tu mi hai capito).

    Un bacio.
    Piero

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  3. L'età? Forse.... sicuramente il passare degli anni - tanti ormai - i tanti addii, le tante persone che per un attimo hanno incrociato la mia strada per sparire lasciando un seme nella mia anima, tutto ha contribuito a farmi aprire gli occhi anche su quella realtà che vive parallela alla nostra vita ma non lontana e a sentirla spesso presente e viva accanto a me.
    Sensazioni profonde e gioiose: da loro continua la gioia, da noi continua il dolore ma attenuato dalla serenità che sembra avvolgerli e
    arriva ad avvolgere anche noi...
    Anni che passano ed inevitabilmente avvicinano il momento in cui salirò su quella barca e questo non mi fa più essere triste: con calma preparo le valigie.
    E' molto bella la parola "consolazione" ...essere "cum solo" essere presenza accanto a chi è solo come fanno quelle anime che appaiono come lampi per rassicurarci della loro esistenza....

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    1. Cara Fausta,
      c'è un'esperienza che separa ... l'età dell'innocenza dall'età della maturità.
      Ed è la prima esperienza della morte.
      E' per tutti, e per tutti è uno shock.
      Oddìo, è per tutti: non per tutti, qualcuno no, non supera quell'età. Viene a mancare prima.
      Eppure, questa considerazione che potresti prendere per una trivialità, quasi, implica una conseguenza molto rilevante: noi, pur quando conosciamo il dolore della morte, pur quando quell'occasione può essere drammatica e terribile, restiamo pur sempre i fortunati.
      Ho conosciuto quell'esperienza. Più di una volta. Fortunatamante ha avuto ancora i contorni della accettabilità che le leggi di natura (più o meno) riservano alla ... partenza di un genitore o di un parente molto prossimo... e tremo al pensiero che il dramma possa irrompere imprevisto quando vuole nella vita nostra... dramma contro natura!
      Ed ho conosciuto persone che hanno anche conosciuto quel dramma pervertito.
      Ma, resta che noi, che possiamo dire di aver superato ... l'età dell'innocenza, siamo più fortunati di coloro che sono andati via prima...

      Fortuna che aiuta, perchè quella fortuna è la vita!
      E la vita è questa ... crociera, da cui, come dici tu con un'espressione dolcissima, ci prepariamo a scendere, preparando cojn calma le valigie...
      Le tue parole sono vere, perchè le sento nascere dal profondo.
      Sono anche consolanti, perchè le sento vicine.
      E questo è molto, cara Fausta, perchè dà senso anche allo scrivere, alle fotografie messe sul web...
      Perchè può essere un soliloquio, questo mondo virtuale, un viaggio in una morte fredda... oppure un viaggio in una rete in cui ci si impiglia in qualcuno a cui poi si finisce per volere bene perchè si sente come una persona reale.
      Ecco.
      Grazie a te.
      Un abbraccio,
      Piero

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  4. Caro Piero, quando da quelle acque lontane e incomprensibili, neanche il più fievole luccichio giunge a noi, e tutto sembra vano e senza senso, ecco che la rete della memoria ci viene in soccorso, ci conforta e allevia il nostro dolore
    Un fragile confine separa la vita e la morte, ma sono certa che tutti coloro che hanno varcato quel confine sono finalmente senza più affanni e pene
    Grazie, davvero
    Un abbraccio serale
    Mistral

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    1. Mia cara Mistral,
      si può viaggiare, lungo quel confine: lo dico non nel senso drammatico di chi vive una malattia (che sarebbe un modo di dire letterale) ma nel senso che si può andare in giro e visitare cimiteri.
      Sono oggi alcuni dei luoghi più belli del nostro mondo rumoroso e caotico.
      Lì, invece, c'è pace e un ordine strano, l'ordine che non si può sovvertire, l'ordine di ciò che viene prima e ciò che viene dopo...
      Ma anche in quell'ordine c'è una sottile linea dell'oltre...
      La rete in cui si impigliano quelle anime.
      La rete dei ricordi e della memoria: in queste foto, qua sopra ricordi e memoria hanno forme plastiche e morbide, dolci e tenere, solenni e rigide, innocenti e svagate...
      Girare nei cimiteri mette sotto gli occhi i ricordi che prendono le forme di semplici croci: ma neanche le semplici croci sono una linea così sottile che non si possa camminarci su.
      Anche una croce è un confine che segna l'ordine che si cerca di oltrepassare.
      Per esempio, la croce di Cristo.
      Ma, nei cimiteri, le croci di ogni morto.
      Ho visitato un cimitero americano, a Washington, dove le croci erano un mare di croci, che facevano onde e maree.
      Eppure, lo so, ogni croce era un chiodo.
      Perchè dentro a quella croce c'era un uomo morto.
      Forse un giovane ragazzo dagli occhi innocenti.
      Ecco.
      Anche quelle croci erano linee di confine.
      Erano il segno di un ordine da oltrepassare.
      Per parlare con loro.
      Oppure ascoltare i loro racconti...

      Un abbraccio, Mistral.
      Piero

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  5. Io ho dentro di me le anime che risalgono all'età della pietra... se dipingo o scrivo o suono io mi immedesimo divento un'altra, sono un'altra, sono una mistica :)
    Ciao Piero

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