19 feb 2013

PILLOLE AUTOBIOGRAFICHE (9)

from: http://tsgarp-mysticlight.blogspot.it/2012/02/riders-on-storm.html
Al cinema sotto casa fra qualche giorno proietteranno un film molto particolare.
Un concerto dei Doors.
Un concerto del 1968.
Live at the bowl.
Ho provato a cercare su youtube quanche spezzone video del concerto.
Ho trovato questo, un concerto intero, Live at the Holliwood bowl.
Non so se è esattamente lo stesso che daranno al cinema.
E, comunque, anche se fosse la registrazione dello stesso concerto, non c'è nessuna preoccupazione.
Al cinema la musica sarà sparata a tutto volume, con la qualità degli impianti sonori pieni di tecnologia e di effetti speciali, su uno schermo di 10 metri più o meno, che rapirà gli spettatori come una macchina del tempo, per teletrasportarli indietro di tanti anni quanti ce ne sono fra questo 2013 ed il lontano 1968.
Sono 45 anni, giusto, no?
Ho fatto il conto a mano, a naso, come si dice.
Mi viene 45.



Stavo dimenticando di pubblicare il video del concerto.
Grave mancanza.
Ma ho rimediato subito.
Adesso, le cuffie, un comodo divano, oppure l'abbraccio avvolgente di una poltrona, magari un sorso di grappa nel flute... a  volte, la sera, mi piace gustare quel sapore denso e vellutato che si trasforma in calore man mano che scende nella gola e si ferma nello stomaco, mi piace assaporare la sfumature che le uve hanno dato a quello spirito che si è condensato dal vapore della distilleria durante il viaggio nell'alambicco...
E ora la musica...

Jim Morrison era un bel ragazzo.
Aveva un volto molto bello, dolce, dall'aria ingenua, innocente, un poco infantile.
Mi ha sempre ispirato tenerezza, un pò come se fosse un figlio.
Non so perchè, mi richiama il volto che nell'iconografia comune viene data al Cristo morto sulla croce 2000 anni fa.
Anche Jim è morto inchiodato ad una croce.
Nacque nel 1943, in una città americana di nome Melbourne, una di quelle città che hanno il nome di altre città di altri posti di altri Paesi. Gli americani, in questo, non hanno saputo essere granchè originali.
Ed è morto nel 1971.
Quando è morto aveva meno di 30 anni.
Per essere preciso, aveva solo 28 anni.
Era un ragazzo.
Era ancora solo un ragazzo.
Per questo il suo volto è quello di un ragazzo.
E il volto di un ragazzo è bello.
Sempre.
Specialmente se ha 28 anni.
E se si sa che non ha mai potuto andare oltre.

La sua voce è acre, opaca, roca, la voce di un nero, una voce con le unghie, una voce che graffia.
Le sue canzoni arrivano ancora oggi al cuore, direttamente al cuore di chi le ascolta.
E succede anche se il significato delle parole in lingua inglese resta un misterioso segreto che la nostra anima, peraltro, si rifiuta di sciogliere.
La voce, le parole, se vengono denudate, se perdono tutto il mantello di significati che siamo abituati a dare a ciascun suono semanticamente significativo, si trasformano in vibrazione, in armonia, in accordo con l'anima di chi ascolta...
E' uno strumento musicale.
Jim Morrison sapeva suonare quello strumento in modo che qualcosa dentro di noi si metteva in sintonia con le ombre che lui sentiva dentro di sè e che proiettava fuori, cantando sul palco.
Queste ombre attraversano la sua voce, l'avvolgono in uno sfondo oscuro, primitivo, sanguigno.
Mi ricorda, quella cupezza malinconica, solitaria, la stessa solitudine triste delle ombre di Caravaggio che, come un mantello pesante, come una cappa quasi asfissiante, si raccolgono intorno ai personaggi dei suoi dipinti.
C'è un'aria di perdizione, un presagio di morte.
Forse è la consapevolezza di un destino straordinario e terribile.
Tutta la musica di Jim Morrison, del suo gruppo, dei Doors, è intrisa di questo veleno dolce.
Un veleno che viene istillato dal pungiglione di un Narciso bello e perduto.


La vita di Jim è ...
Più precisamente dovrei dire la morte di Jim Morrison...
La storia di questo ragazzo morto all'età di neanche 28 anni è la storia di un sogno che si perde troppo presto.
Una vita annegata nell'alcol e nelle droghe.
Una vita di perdizione, come tante altre vite di artisti, specialmente di tanti che, in quegli anni '60 e '70 del secolo scorso, si erano perduti per donarci i frutti di un'energia creativa che fa sentire i suoi riverberi ancora oggi.
E' un piacere vedere oggi la locandina del film che sarà proiettato a giorni.
Quando era vivo, Jim Morrison era considerato più o meno un demonio, dai perbenisti del suo tempo.
Erano tempi che, come quelli di oggi, erano ricchi di perbenismo e di ipocrisia.
In America, in Europa, in Italia.
Erano molti i demoni che venivano additati come peccatori, corruttori di costumi, avanzi di galera da rinchiudere.
Morrison passò anche per le galere americane per oltraggio al pudore.
Il senso del pudore è quanto di più ridicolo possa esistere per misurare la storia.
Ma il senso del pudore ha sempre tenuto aperte le porte delle prigioni, spesso ha armato le mani di ipocriti lapidatori, ha condannato al rogo, al manicomio, all'emarginazione, al ludibrio delle gogne, streghe, folli, originali e artisti...

Guardare la locandina con il volto da bravo ragazzo di Jim Morrison che campeggia nella vetrina del cinema è, di per sè, la sconfitta di quell'ipocrita senso del pudore che si è eretto a giudice nei secoli e che ha armato i sermoni di preti e generali, demagoghi e governanti.
Solo che nessuno sa di quella sconfitta.
Il concerto viene proiettato perchè gli incassi del film saranno cospicui.
Almeno, così si aspettano i produttori del film ed i proprietari dei cinema.
Una questione di soldi, solo una questione di soldi.
Perchè i padroni del mercato, ormai, non rischiano più i loro capitali per l'ideale, la speranza, il futuro, la pace, l'amore...
E' solo una questione di soldi, una faccenda di pubblico, un problema di percentuali e di poltrone in sala occupate...
Lo so, è un'amara conclusione.
Ma temo sia proprio la verità.
Lo sapeva forse anche Jim Morrison.
E forse lo sapevano anche tutti gli altri artisti che, ad un certo punto della loro parabola, hanno pensato fosse meglio scendere dal treno della vita che piegarsi al ricatto della notorietà.
Molti sono scesi che ancora non si erano fatti uomini maturi.
A me piace pensare, almeno per una attimo, prima di leggere i loro referti necrologici, che avevano preferito scendere dal treno prima che arrivasse la stazione del divismo, quando ancora erano lanciati a velocità supersonica sul binario della loro straordinaria ispirazione...
Sarà per questo che fioriscono, come anche per Jim, le leggende sugli artisti che non sono mai veramente morti.
Sarà per questo che gli artisti non muoiono mai!

2 commenti:

  1. O non muoiono mai o muiono tutte le volte che li ascoltiamo o parliamo di loro...chissà.

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  2. Io preferisco pensare che loro sono eterni... almeno per il mondo.
    Un abbraccio,
    Piero

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