19 apr 2013

VELENO

Momò Calascibetta - AMOUR, AMORE, DONNA


'O bbeleno è niro
rint' 'a tazza. Abbrucia!
E ppò, a mmè, me piace doce,
sì, doce; doce assaje.

'O bbeleno è niro,
è 'na notte senza stelle.
Cull'uocchie chiuse
i' me stò sunnann' 'a morte.

E' niro, 'o bbeleno e coce, 
volle. 'Nu sang' avvelenato
d'ammore,  c'abbrucia
primm' 'e s'aggelà.

'O bbeleno niro volle, si,
è amaro... e senz' 'e te
nun se pò ffa' mai doce,
morte mia, s'ì stong' sulo!

'O ccafè è niro,
rint' 'a tazza. Abbrucia.
E a mmè me piace doce,
sì doce, ma doce, doce assaje.

'O ccafè è niro,
è 'na notte senza stelle.
Cull'uocchie chiuse
te stò sunnann', 'ammore!

E' niro 'o ccafè e volle,
coce,.'Nu sang' avvelenato
d'ammore c'abbrucia
e senz' e tè nun se pot'acquietà.

'O ccafè niro volle, sì,
è amaro... ma mò ca stai 'cum'mè
s'è fatto doce, sì, doce assaje.
Comm' a ttè, abbrucia, ammore mio!

4 commenti:

  1. Patrizia scrive:
    20/04/2013 alle 8:31 AM (Modifica)
    Scrivo di qua, perchè nell’altro blog, non mi prende il commento. Che succede?

    Bellissimo questo parallelismo! L’amore non ha mai una faccia sola. Si dondola tra il dolce e l’amaro, tra il riso e il pianto. Destabilizza e appaga e a volte…annienta.
    Magari il caffè non arriva a tanto, ma certo può fare anche male.
    Mi piace questa tua poesia, perchè nella dolcezza del tema trattato, c’è anche una vena, non so…non direi umoristica, mi pare eccessivo, però qualcosa che porta al sorriso. Una poesia che oscilla tra il serio e il leggero.
    Ciao e buona domenica

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  2. E’ terribile quello che mi dici, non si riesce più a commentare di là. Anche Paolo (Popof1955) mi ha detto la stessa cosa. Se non trovo il modo di ovviare, di aprire le porte ai commenti, cambierò casa. Sicuro.
    Peccato, però, perchè quella di adesso mi piace.

    Sul … veleno, caffè, grazie.
    Si, un pò di leggerezza per argomento che potrebbe sembrare un poco troppo ovvio.
    Mi sono svegliato ieri mattina con questa doppia immagine, il veleno e il caffè.
    La morte e la resurrezione.
    L’attesa e la felicità.
    Il desiderio e l’appagamento.
    La fantasia e la realtà.
    Il sogno e la realtà.
    Il giorno e la notte…
    L’illusione e la … con cosa si conclude l’opposizione all’illusione?

    Ecco, così poi mi accorgo, mi sono accorto, che parlando del veleno e del caffè, del desiderio e dell’amore, si può scendere più in profondità, anche là dove mi piace passeggiare di solito, in quel giardino delle meraviglie dove niente è davvero come appare…

    Un abbraccio,
    Piero

    (intanto copio i commenti anche di là).

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  3. Scrivo qui, ma ciò che più mi ha colpito è il post precedente con l'EUR, io trovo le architetture meravigliose e tu le hai riprese magicamente, non sono loro stanche, siamo noi stanchi di bellezza...ciao Piero, un po' at cafetè a fa semper ben :)

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  4. Stanchezze sono quelle che vengono dal sole che batte e picchia e acceca gli occhi.
    Le stanchezze, come dici benissimo, Paolè, sono le nostre.
    Loro, le architetture sono in perfetta forma.

    Però ti devo confessare che il nome messo, stanchezze, non è quello giusto.
    In origine, questo gruppo di foto si chiamava "Profili etruschi" ed è un nome che mi piace di più.
    Si riferisce ai profili di pietra, moderni eppure eterni, senza origini perchè fatti della materia di sempre. Come gli etruschi, che vediamo eterni nelle loro forme di pietra, nei loro modi di vivere umani e terreni che sono i nostri di oggi anche se erano quelli di allora...
    I colori - loro, gli etruschi, erano molto colorati nelle forme d'arte che ho visto - non 'c'entrano, qui.
    In questo mondo preso di profilo i colori c'entrano molto poco, perchè, di profilo, i colori, sono in bianco e nero.
    Come le forme dell'EUR.

    Grazie, Paolè, comunque, come al solito sei gentilissima a dire che le foto ti sono piaciute.
    Un abbraccio,
    Piero

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