18 nov 2012

OLTRE LA LINEA

OLTRE LA LINEA


La linea.
Tracciala in terra, la linea.
E vedi.
Essa subito, si muove, prende a vivere, si agita,  s'introduce nel mondo e, serpeggiando, s'insinua nel cuore delle creature.
Lì, fra fremiti di piacere, sospiri e lacrime, genera presto i suoi figli che, partoriti dalle viscere della terra, con dolore, si spargono, geometricamente, dovunque.
Così, il segno immoto sul piano, poco a poco si fa artiglio, e zanna, e poi arma letale.
Brandita nella mano, si fa lama affilata che recide il nodo del dubbio.
E così, allungandosi, diventa acuminato giavellotto, gittata che misura i remoti limiti dell'animo umano.
E fionda, che estende l'arco dell'abbraccio letale alla natura dell'uomo.
E infine granata, la cui accecante esplosione illumina l'effimero confine degli imperi terreni.

Eppure, cos'è la semplice linea?
Un semplice segno.
Una semplice traccia.
Un semplice solco.
Una ferita leggera sul corpo della vergine pianura che partorì l'uomo, laggiù, lontano, nel buio solitario di una secca notte equatoriale.
Una fessura da cui trasuda l'umida fertilità del grembo terrestre.
Una frattura nel continuo scorrere del fiume della vita.
Un simbolo ineffabile del destino fragile che ogni tocca in sorte ad ogni povera creatura, bestia o uomo che sia.
La fame eterna, ricorda la linea.
La polvere grigia, a cui si ridurrà, inesorabile, un giorno, la luminosa materia sogni nella quale furono impastati i poveri corpi dell'uomo.
Il sogno infranto di un inesperto Artefice che ha lasciato nelle Cose il segno ineludibile della labile fine.
La linea.

Ma ogni essere umano sa andare oltre la linea che gli è stata assegnata.
Nella sua incosciente innocente esistenza, solo l'uomo sa che quella linea si può sorpassare.
Anche se la linea, prepotente, si frappone, laggiù, solida e dura come un muro che, inesorabile, nasconde allo sguardo slanciato l'infinito orizzonte, ogni povero cristo non può fare a meno di continuare a guardare fisso, proprio laggiù.
Come se, ignaro del proprio destino finale, ognuno si sentisse eterno e onnipotente, nessuno riesce a tenere fisso per sempre lo sguardo per terra.
Su quella linea tracciata che è la frontiera, il confine, la fine.
Impugnando il proprio martello, ogni uomo vuol demolire quel muro.
Fra il muro e la linea non c'è, ormai, più alcuna differenza.
Come pure fra il martello e il peso dell'acuto sguardo curioso.
Come quello batte per aprirsi il varco verso l'eterno che spazia più in là, così, questo, riempie di colori le eterne domande che rendono gli uomini uguali, oltre la linea dello spazio e del tempo.

4 commenti:

  1. Tutto è linea...il mondo, la realtà, noi stessi siamo fatti di linee. La linea è un elemento che mi affascina da sempre. con la linea si può fare tutto, rappresentare tutto. E' l'elemento universale se posso usare questo termine. Nella vita concreta è così, nella vita interiore ci sono linee che possono bloccare e linee che ti portano a fare voli pindarici.Io preferisco le seconde, anche se, credo che ognuno di noi abbia dentro linee "bloccanti" che a volte ci impediscono di agire...o ci provano... Abbiamo le une e le altre. Questo è il pensiero strampalato che ti lascio stasera, in questa tua nuova casa. Hai cambiato anche il condominio vedo, ma non importa...non è l'indirizzo che conta, ma chi ci abita. :-))
    Un abbraccio e buona fortuna per questa tua nuova avventura.

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  2. Mia cara patrizia,
    la scelta del nuovo condominio, come lo chiami tu, è per il modello che si è legato benissimo con l'immagine del banner di Haring.
    Su questa piattaforma ci sono stato a lungo, la repubblica indipendente aveva cominciato i suoi passi proprio qui.
    Poi, anche in quel caso, esigenze di spazi più duttili mi avevano spinto su wordpress.
    Lì ho ancora tanti spazi aperti; non immaginavo, ma credo di avere sporcato/inquinato la blgosfera con una decina di siti; alcuni li devo cancellare, qualcun altro forse lo tengo, chissà, un giorno troverò energie per tutto...

    In questa nuova casa devo piano piano prendere le misure.
    Non si tratta solo dell'aspetto estetico.
    In parte è una questione di contesto, come ti ho già raccontato.
    La repubblica indipendente nasceva come rigetto di una realtà italiana che non mi rappresentava più, almeno politicamente e socialmente. O forse dovrei dire eticamente, per essere più preciso.
    Oggi, in parte, è cambiata la situazione.
    E' come se il male della crisi avesse provocato una specie di catarsi nella società.
    Vedi/vedo i fermenti dei giovani, delle persone più adulte, dei politici, dei gruppi sociali in generale...
    Non è più stasi, sonno catatonico, beata illusione.
    Il mondo è cambiato, dal 2008 ad oggi.
    In modo confuso, certo, ma ha preso un'altra rotta, non gira più nello stesso verso in cui è andato per tanti decenni.

    Oggi non ho più bisogno di una repubblica mia.
    Io resto un cittadino del mondo, se posso dire così, ma proprio per questo, è al mondo che mi apro. Non mi chiudo in uno spazio, dietro confini, non creo nuove frontiere.
    Anzi, vado più avanti, più in là, oltre la linea, appunto.
    Che è anche la mia stessa linea.
    Non so bene cosa troverò, laggiù.
    Perchè, una ragione per cui ho bisogno di continuare a tenere in vita un blog è data proprio dalla curiosità, dalla necessità di scoprire cose nuove.
    Cose che non per forza stanno immerse fisicamente nel mondo esterno.
    Le cose a cui mi riferisco sono cose immateriali, cose che stanno in quella caverna di cui ho raccontato tante volte, da quell'altra casa...
    Solo che quei racconti dalla caverna mi sembravano un poco stonati in quella casa lì, che aveva sulla porta un indirizzo diverso, che segnava un senso di altro genere...

    Ho faticato un pò a trovare ... la nuova targhetta da mettere sulla porta di questa casa, perchè alla fine un blog è anche un pezzo di identità personale, e un'identità personale non si cambia facilmente.
    Ma, lo sai, io sono, in un certo senso, affetto da difetti di personalità. Almeno nel senso che sono consapevole che una persona non è solo un'identità, come una gabbia uniforme, una cella da cui non si può uscire.
    Una persona è molte cose, molte, più che due sole mani, molto, più che una sola identità.
    E, per fortuna un blog è solo una aspetto leggero delle nostre identità, qualcosa che si può cambiare, un pò come una copertina di un libro.
    Cambieranno anche i contenuti, oltre alla copertina del libro?
    Chissà.
    Sapremo.
    A occhio e croce in parte credo certo di sì.

    Un abbraccio,
    e grazie della tua amicizia. Che sento personale, non solo virtuale, anche se di persona non ti conosco.

    Piero

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  3. La linea mi piace è un valido appoggio e all'occorrenza si salta facilmente.
    Colorato e artistico il tuo nuovo blog.
    Un abbraccio.

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  4. Mi piace, la linea, come un appoggio che si può saltare facilmente.
    Beh, forse a volte certe linee si fanno funi, corde, serpenti, spirali, labirinti, intricata boscaglia, foresta inestricabile... e fuggire, o saltarne fuori, può diventare difficile...
    Ma a me piace come l'hai raccontata tu.
    Un valido appoggio sotto ai piedi e la facilità per andare oltre.

    A presto,
    un abbraccio,
    Piero

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