19 gen 2013

DAVANTI A ME STESSO



 Henri EvenepoelAutoritrattoin uno specchio a tre luci, 1898
da: IL GIORNALE DELL'ARTE.COM


Davanti a me stesso.
Dritto negli occhi.
Una sfida, un atto d'amore...

Mi sono trovato dinanzi a me stesso così, inaspettatamente, all'improvviso.
No, non è successo perchè ero al punto culminante di un'agonia.
E neanche perchè mi trovavo in preda ad un'estasi o a un delirio...

Semplicemente, andavo.
Stavo andando, per la mia strada.
Come sempre, distratto dalle mille cose della vita.

Su una strada.
Una strada qualunque, che portava in un posto qualunque.
Mi sono urtato, anzi, con il gomito mi sono dato un colpo, violento, secco, in un fianco.

Volevo urlare.
Sarà stata la sorpresa, o il dolore, o lo spavento.
E invece sono fermato.

Fisso, fermo, diretto.
Lo sguardo era come un dardo.
Veloce e preciso.

Veramente, ho mirato dritto al cuore.
Un colpo solo.
Ho pensato, basterà un solo colpo.

Ma la traiettoria di quel dardo si è incurvata all'improvviso
Contrariamente ad ogni legge dell'ottica.
Un raggio, che non ha voluto più seguire le leggi fissate per l'eternità.

Disarmato, non ho ceduto, però, al nemico.
Ho continuato a reggere la sua sfida.
Duro, era duro da sostenere, ma deciso, io ero deciso.

Ho pensato, per un attimo, all'amore.
Un atto d'amore, un segno, un sogno.
Un solo istante che diventa eterno giuramento d'amore.

Ma non si può amare così, qualcuno che si incontra per strada così.
Ero io, certo, ma poteva essere chiunque.
Un chiunque altro, un incontro fortuito, un caso, una coincidenza, una fatalità.

Il bene, mi sono chiesto.
Ecco, chi di noi due incarna il bene?
Ecco, chi incarna il male, invece, di noi due?

Improvvisamente mi sono sentito pesante.
Il male pesa, pesa addosso come un macigno.
Eppure non pesa quanto pesa il bene, che lascia il suo segno eterno, consuma il tempo, incide il destino.

Il male è inutile, gratuito, sterile.
Non genera figli, non conosce il domani.
E' immobile e fisso su se stesso.

Pesa come un macigno.
Il male, però è una roccia cava, senz'anima.
E' schiavo, preda degli eventi, il vento continuo che ci porta in giro nella vita lo consuma, lo disperde nell'universo.

Il bene, è il bene, il pieno, il dentro della roccia.
E' la polpa del frutto, è quello che che sazia, è ciò che nutre.
E' il bene, che riempie il mondo, gli dà peso, consistenza, direzione, significato.

Uno di noi due, qui, per strada, è il bene, l'altro il male.
Questo pensavo mentre il fianco mi doleva ancora.
Il gomito spigoloso sporgeva ancora, pericolosamente, dal mio braccio.

Io ho il sorriso facile.
Una staffilata, un colpo di scudiscio, morbido ma determinante.
Ho fatto partire il mio colpo migliore.

Lui mi ha subito riconosciuto e mi ha parato la mossa, con abilità consumata.
Ha risposto con un segno della mano.
La palma rivolta verso di me, come per presentarsi, uno sconosciuto qualsiasi.

Stavo per cedere.
Il bene, o il male, che importanza fa?
Non siamo forse sempre noi stessi, il bene o il male, che differenza fa?

Stavo per cedere e sono caduto a terra, in ginocchio, davanti a me stesso.
Il tempo non passa, in situazioni del genere.
L'eterno dura un istante, oppure, un istante dura in eterno, ecco come'è fatto l'eterno.

Cercavo un appiglio, un appoggio, una sponda.
Ho abbassato lo sguardo.
Quando mi sono rialzato era scomparso.

Forse, soltanto, l'avevo perso di vista.
Lì, ero rimasto solo in mezzo alla solita folla.
Ero il bene, ero il male, nessuno dei due?

Il tempo non passa, in situazioni del genere.
La folla è immensa, un'onda confusa.
Perenne, il respiro dell'oceano infinito.

Sono rimasto sorpreso.
Con un gesto, nervoso, ho allungato la mano.
Come per afferrare un'ombra, un fantasma, uno spirito in fuga.

Il bene.
Il male.
O nessuno dei due?

4 commenti:

  1. Il bene.
    Il male.
    O nessuno dei due?
    Anche perchè ciò che sembrava il bene a distanza di anni, a volte si rivela essere il male...e vicevera.
    Qua piove a dirotto, spero che per te sia una domenica migliore.

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  2. Non possiamo conoscere il futuro, se non nei limiti di quello che sono le prevedibili conseguenze delle nostre azioni e della conoscenza del mondo che ci circonda, quindi ci assolviamo per l'ignoranza di quello che verrà.
    Ma nessuno ci può assolvere per il male, se compiuto consapevolmente.
    In questo caso, non provo nessuna pietà.
    Ma, più spesso accade che si vive in una zona grigia, uno spazio d'ombra in cui il bene ed il male sono più confusi, sono intrecciati ...
    Poi, più in fondo alla vita, dove l'esistenza si trasforma in dramma, o, a volte, in commedia, c'è un palco dove il bene ed il male si elidono a vicenda, oppure, addirittura, dove non possono neanche arrivare... zone di pudore, di incoscienza, di solitario silenzio...
    Lì, chissà, forse non c'è nell'uno nell'altro...

    Cara Paoletta, qui piove da ieri, senza un istante di tregua. Non violentemente, ma di continuo.
    Ieri ho passato l'intera giornata ai musei Vaticani.
    Una full immersion con una guida che ci ha accompagnato dalle 9,30 alle 17,30.
    Una faticaccia. Ho le gambe ancora a pezzi.
    Ma il cuore e gli occhi pieni della grazia dell'arte.
    Non mi dispiace molto, quindi, della pioggia di oggi.
    Anzi, aiuta la riflessione e il riposo.

    Una buona domenica anche a te!!!

    Piero

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  3. "Il bene? Il male? O nessuno dei due?"
    Uno dei due e basta, in modo netto, deciso e senza dubbi, senza sbavature...non credo sia possibile.
    Ma un po' e un po', credo lo siamo tutti, credo siamo tutti in quella zona grigia. Fatichiamo a riconoscere i due opposti quando si tratta di noi,o meglio...fatichiamo a riconoscerne uno. ;Ma poi arriva quel momento in cui ci guardiamo allo specchio davvero. Senza sviare lo sguardo, senza puntarlo in una sola direzione. E allora vediamo tutto: il bene e il male. Poi si tratta di decidere cosa fare: perdonarsi, trovare un modo d'espiare, far finta di nulla, convivere consapevolmente con questa realtà che non ci vede malefici ma nemmeno santi. E mi viene da pensare che a volte si fa del male e del bene nello stesso tempo. Credi sia assurdo? Eppure può succedere...e allora...in che modo ci possiamo guardare allo specchio? Quale aspetto far prevalere? Il bene che può giustificare o il male che resta comunque tale?
    Scusa...credo d'essere andata fuori argomento.

    Ciao :-)

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  4. Tu dici: "E mi viene da pensare che a volte si fa del male e del bene nello stesso tempo. Credi sia assurdo? Eppure può succedere...e allora...in che modo ci possiamo guardare allo specchio? Quale aspetto far prevalere? Il bene che può giustificare o il male che resta comunque tale?"...
    Ecco, è proprio quello che intendevo dire in questo racconto.
    Guardarsi allo specchio era una ... location che mi aveva intrigato.
    Poi ho pensato che fosse più "realistica", più estrema, quella dell'incontro/scontro fisico.
    In fondo fra l'immagine dello specchio ed il soggetto che si riflette resta una distanza incolmabile, una differenza fra reale ed irreale insopprimibile.
    Invece, nell'incontro/scontro sono i due corpi che restano, le due parti, ambedue reali.
    E secondo te, chi è che ha scritto ?
    La parte del bene?
    O quella del male?
    Certo, siamo misti, composti di tutte e due le essenza.
    Eppure, mi intriga di più quel vuoto, quel rischio che neanche quello, del tutto siamo.

    Un bacio,
    Piero

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