27 gen 2013

GIORNATA DELLA MEMORIA. 27 GENNAIO 2013



Disegno di Ilanus Fischl  morto ad Auschwitz all'età di 11 anni.


E' interessante la storia.
E interessante è, assieme, la memoria.
Per conoscere.
Per sapere.
Per capire.
Oggi siamo in campagna elettorale.
Le parole, gli slogan, le tattiche comunicative, ormai, nascondono ciò che accadde...
Ciò che accadde una volta.
Una volta qualsiasi.
Tanti anni fa.
Le parole, spesso, non hanno nulla a che fare con i fatti.
Spesso accade questo in campagna elettorale.
Si usano le tecniche della pubblicità, del marketing, del market place, per convincere chi non sa.
E, io credo, è troppo facile non sapere.
Troppo comodo.

La giornata della memoria del 27 gennaio è una giornata per ricordare.
Questo, almeno, per chi sa.
Per coloro che, invece, non sanno, è la giornata per conoscere, per smettere di far finta di esser stanchi di sapere.
La giornata della memoria vuole ricordare la shoah.
La pianificazione dello sterminio di un intero popolo con mezzi di morte organizzati in secondo modalità industriali.
La coscienza europea deve provare vergogna per quello che accadde in quegli anni.
Ah, certo, si tratta di cose passate.
Si tratta di cose sepolte.
Si tratta di cose da noi lontane, di cose accadute, forse, chissà, per colpa di un altro, di qualcuno che oggi non c'è più.
No.
Così è troppo semplice.
Quei fatti, il fascismo, il nazismo, le code fasciste spagnola e portoghese che si sono protratte fino ai nostri giorni non sono cose lontane e passate.
Le leggi razziali, la shoah, la guerra mondiale, l'atomica, non appartengono ad un passato sepolto.
Sono ferite ancora aperte.
Che sanguinano ancora.
Nessuno le ha curate per sempre.
Nessuno potrà mai curarle per sempre.
Ecco.
Questo si deve avere in mente quando si sente parlare qualcuno senza sapere.
Oppure, facendo finta di non sapere.
Perchè, così, tanto, è più comodo.
Su quelli che fanno finta di dimenticare cade la vendetta della storia.
Nel loro oblìo annegheranno essi stessi.


Lo so, questo blog è una pagina di racconto, non di giornalismo.
Ma raccontare è una cosa viva, molto viva.
Perchè dentro al racconto c'è sempre qualcosa che si muove, che vuole venire al mondo.
Oggi quella creatura si mette la veste di un film.
Sotto quel film ci sono dei fatti.
Sotto quei fatti, la storia.
Lo faccio così, tanto per conservare memoria.


Discorso alla Camera dei Deputati di denuncia di brogli elettorali



Il film di Florestano Vancini "Il delitto Matteotti" ricostruisce un evento politico di grande importanza per la storia italiana.
La storia, in quel caso, finì nel sangue.
Quello del povero onorevole socialista.
Quello della dittatura fascista.
Quello della storia italiana.
Un sangue rivendicato dallo stesso Mussolini come segno di potenza e di comando.
Ma, siamo sicuri, la storia, si scrive sul sangue?
Discorso alla Camera dei Deputati sul delitto Matteotti

La storia, nella sua grandezza, gioca brutti scherzi.
E' fatta di tracce, di segni, di schizzi.
Schizzi.
Gli schizzi che lascia la memoria possono anche essere i segni che lascia la vergogna.
Sulla storia italiana sono rimasti molti schizzi, tracce di questa vergogna.
Che, pare, ancora oggi, qualcuno non voglia lavare.
Ecco, a quelli, a coloro che come il Cavaliere rimpiangono quel tempo in cui la vergogna imbrattò l'Europa dei grandi ideali, a quelli come Berlusconi, consiglio la visione di questo video.
Non è la proclamazione delle leggi razziali.
Quelle dovevano ancora venire.
Quelle arrivarono molto dopo.
Le leggi razziali furono approvate nel 1938.
Questo video è il film di una parentela molto stretta.
Il figlio che viene a salutare il padre.
Il figlio nazionalsocialista che viene a salutare il padre fascista.
Adolf Hitler a Venezia, nel 1934, poco dopo l'afferamzione elettorale e la conquista della Germania.
La vittoria.
La vittoria che fu vittoria elettorale, nel 1933.
E così fanno paura, possono far paura, anche le elezioni.
Che Matteotti, nel suo discorso, aveva smascherato nella loro nudità.
Messa a nudo che aveva pagato con la vita.
Nel 1924.
Quel sacrificio che andava spiegato ai tedeschi, nel 1933.
Ed anche la fierezza del duce che rivendicava l'assassinio e la violenza come strumenti di lotta politica, di conquista del potere e di tenuta della dittatura.
Ma quella violenza ebbe bisogno del velo pietoso delle elezioni.
Nel 1922.
E nel 1933.
In Italia.
Ed in Germania.
Dobbiamo sapere perchè non basta votare.
Non basta la mascherata di un parlamento.
La democrazia è cosa viva, è carne, è sudore, è vita dei cittadini.
Questo video è la prova.
La prova della vergogna.
Una vergogna che la memoria non riesce a cancellare.


Ecco, la vergogna.

Pare che la vergogna rimanga come una macchia che non si riesce più a cancellare.
Io desidero che quella macchia resti visibile a tutti.
Per sempre.
Perchè sempre. ognuno, possa giudicare, quando deposita la scheda in un'urna.
Può essere una foglia di fico su nudità vergognose.
Oppure può essere un fiero atto d'orgoglio.
Si può scegliere.
Si può scegliere sempre.


2 commenti:

  1. Sono sicuramente ferite ancora aperte e dovrebbero rimanere tali per sempre. Ma vedi, io temo che nonostante gli sforzi che si fanno per non smarrire questa memoria, il tempo inesorabilmente ricopre con la sua polvere, non tanto i fatti, quanto la capacità, soprattutto per i ragazzi, di "sentire" davvero ciò che viene loro raccontato.
    E' giusto ricordare, è necessario ricordare, conoscere, ma è necessario anche comprendere davvero. Ai giovani, facciamo visitare i luoghi, portiamoli a vedere le testimonianze concrete. Solo così forse, potranno davvero "sentire" dentro quel passato. Troppo lontane? Forse, ma è essenziale farlo.
    Ne abbiamo anche qui in Italia. Portiamoli alla Risiera di San Sabba.

    Ricordiamo oggi, ricordiamo domani e sempre, ma usiamo ciò che rimane di concreto, di tangibile, di toccabile con le mani, con gli occhi e col cuore. Usiamo questo patrimonio terribile ma così prezioso!

    Ricordiamo oggi e sempre i sei milioni di ebrei uccisi da questa follia, ma anche gli omosessuali, gli zingari, i malati mentali e fisici, gli oppositori che con loro morirono della stessa assurda morte.

    La memoria non è cosa scontata per l'uomo, anzi...
    Ciao Piero e grazie per questo bellissimo scritto.
    Un abbraccio

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  2. Cara Patrizia, grazie a te.
    La memoria deve essere coltivata, come i campi di grano.
    Non cresce spontanea sugli alberi e ci vuole fatica a seminarla, innaffiarla e tenere pulito il campo.
    Le erbacce della menzogna crescono, invece, spontaneamente.
    Senza fatica alcuna coprono tutto e divorano la verità.
    Io, lo sai, non ho il mito della verità assoluta.
    Ma sono certo che la memoria si nutre di quello in cui crediamo fermamente, anzi, di quello che vediamo con gli occhi della mente.
    E quella memoria, nutrita di quel cibo della mente, fa la nostra storia.
    Quella è la nostra verità.
    Poichè è frutto di un lavoro della mente, quindi di conoscenza, di riflessione, di responsabilità, di passione civile, di ideale, occorre lavorare molto per distillarne anche una sola goccia (mentre è facilissimo sporcarla).
    Il lavoro tuo, amica mia, consiste anche in questo, di distillare per i tuoi piccini quel nutrimento dell'anima che chiamiamo verità.
    Perchè abbiano memoria.
    E imparino il valore della storia.

    Un abbraccio
    Piero

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