24 giu 2013

GABRIELE

Gustave DORE' - ENIGMA


… era veramente difficile, per Gabriele, riuscire a individuare dove abitava Maria.
Cominciava ad avere paura, anche se non aveva mai conosciuto, prima, paura.
Temeva di non riuscire a compiere la sua missione.
Un guaio!
E cosa sarebbe successo se non fosse stato in grado di portare la notizia? di dare il suo annuncio? di annunciare al mondo l’inizio di una nuova epoca?
No, non poteva accadere.
Non poteva essersi smarrito su quella terra inospitale.
E non poteva ritardare !
C’era una missione da compiere, un compito eccezionale, un mandato straordinario.
Doveva portare a termine la funzione che gli era stata affidata.
Doveva.
Per forza !

Diventava difficile.
Diventava sempre più difficile compiere la sua missione.
Quella Terra, chiamata Santa da sempre e da tutti non gli sembrava niente affatto Santa.
In lungo e in largo cercava.
Da lungo tempo cercava.
Cercava con gli occhi e cercava con lo Spirito.
E cercava con tutti i suoi sensi di angelo.
Cercava e cercava e non trovava proprio niente di Santo.
Né innocenza, né candore, né amore sconfinato…
E vedeva.
Vedeva miseria, tutto attorno.
E vedeva sofferenza.
E miseria, sofferenza e sangue.
Dappertutto.
E vedeva uomini piegati.
Uomini feriti.
Uomini  con le mani sporche di sangue.
E vedeva bambini.
Vedeva agnelli.
Vedeva vittime innocenti.
Vedeva templi.
E altari.
E coltelli affilati e sporchi e insanguinati.
E vedeva donne.
Vedeva madri.
Vedeva, e non voleva vedere, corpi violati, cuori straziati, occhi pieni di lacrime.
Vedeva la Terra del Dolore.
Non vedeva una Terra Santa.

Maria era una di loro.
Aveva gli occhi pieni di lacrime.
Piangeva per gli uomini caduti.
Piangeva per i corpi dei padri sotterrati nella polvere sozza di sangue.
Piangeva per i cuori dei fratelli dilaniati dall’odio.
Piangeva per gli amanti che non potevano più amare le loro donne, in quella Terra Santa solo di nome.
Piangeva e tremava.
Piangeva perché il suo dolore ancora conosceva il sollievo del pianto.
E tremava perché i tuoni delle armi fanno tremare.
Lacrime.
E corpi macellati.
Lacrime.
E altari.
Lacrime ed agnelli sacrificati.

Gabriele sentiva per la prima volta l’odore di Morte.
Era l’odore che sovrastava la Terra.
La terra chiamata Santa da sempre.
Terra Santa.
Così chiamata da tutti.
Gabriele vedeva, per la prima volta, il colore rubizzo del sangue.
Vedeva l’oro del cielo farsi rosso di sangue al tramonto.
Vedeva il fiume dorato portarsi via i corpi come zattere morte.
Gabriele cercava una donna chiamata Maria.
Aveva un annuncio da darle.
L’annuncio !
La nuova Epoca che stava per nascere.
Gabriele cercava Maria.
La cercava, là, in quella Terra che chiamavano Nazareth.
Lì, la cercava, a Nazareth.
Lì avevano inviato Gabriele a cercare una povera innocente chiamata Maria.
A Nazareth.
Cercava la Purezza nel cuore di donna chiamata Maria.
La Purezza di una semplice donna.
Una donna, forse, una madre.
Ma a Nazareth vedeva solo cuori di pietra e templi scrostati.
Voci e urla e terrore e odio…
E Piaghe …
E Dolore…

Gabriele cercava Maria.
Chiedeva a quelli che incontrava per strada.
Si fermava e chiedeva, cercava e guardava.
Sguardo innocente.
Cuore senza peccato.
Gabriele vedeva solo volti di pietra.
Maschere dure solcate da rughe profonde.
E cuori sordi.
Tetre celle senza luce.
Prigioni.
Abitate dall’odio e dalla morte.
E vedeva fiumi salati di lacrime.
E volti rigati di pianto.
E vedeva le mani.
Mani da contadino e da pastore.
Rozze mani da bastone e da coltello.
Mani da falce, da sacrificio, da sangue.
Mani dure e senza pietà.
Mani, serrate, convulse, livide, stanche.
Mani riverse e spossate.
Mani cadute, dimenticate, abbandonate, perdute.
Mani in grembo, senza speranza.

Tutto era diverso da come gli era stato prescritto.
Tutto era diverso da come gli era stato spiegato.
Facile.
Tutto doveva essere facile.
Tutto gli era stato descritto per compiere una missione di pace …
Ed era volato via sicuro.
Aveva spiccato leggero il suo volo di messaggero innocente.
Ma ora sentiva il peso della stanchezza.
Le sue ali s’erano fatte pesanti.
Un colpo si sentì echeggiare, lontano.
Sulle sue candide ali si schiantò uno schizzo di sangue
Si confusero gli occhi.
Si confuse la mente.
Si confuse la perduta certezza.
La Terra gli mancò sotto i piedi.
E vide.
L’Inferno.

Laggiù …

P.S. Questo testo, qui rivisto e modificato, è stato pubblicato per la prima volta il 24 gennaio 2009 sul blog della repubblica indipendente mentre giungevano le notizie relative l'azione militare israeliana chiamata "piombo fuso", avviata  in reazione al ripetuto lancio di razzi da parte di Hamas sulle città dello stato ebraico, ed ai negoziati di pace di Sharm el Sheikh.

7 commenti:

  1. Vediamo se nei commenti su blog.post si riesce a postare un video (perchè leggendo mi ha accomagnato mentalmente la musica di Faber
    http://www.youtube.com/watch?v=KgCFGmdXCPw

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  2. Mentre leggevo il pensiero mi è andato subito all'eterna lotta tra Israeliani e Palestinesi. Poi ho letto il tuo P.S. in fondo...sono contenta :-) stavolta ci ho preso.
    Il racconto comunque s'allarga, come sempre fai tu e da un fatto preciso si spinge oltre, chissà se riesco a prenderci anche qui?
    Secondo me il racconto si presta a due letture:
    Povero Gabriele, lo hanno preso in giro e quel dio, la storia che tutti conosciamo non è che è un'illusione. Quel Cristo era solo un sognatore, un uomo a cui è stato attribuito più di quel che poteva. Emblema di ogni uomo che crede che il bene possa sconfiggere il male, mentre in realtà questo non sarà mai possibile perchè altrimenti non saremmo uomini.
    Oppure il finale potrebbe lasciar aperto un seguito. Forse Gabriele è rimasto in quest'inferno e sta ancora cercando...
    Ad oguno di noi la scelta...
    Ciao :-)

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    1. Cara Patrizia.
      Si, da un lato era stato scritto pensando a quella terribile situazione in Palestina.
      Ed hai ragione anche sul resto.
      Il racconto va oltre, va più in là.
      Nel riscriverlo, adesso, mi è piaciuto proprio raccontare la storia.
      Ho anche già pronta una specie di continuazione della storia.
      Anzi, se hai visto nell'etichetta, Vangelo II (che significa, secondo) P., l'idea sarebbe un pò (se ci riesco) di fare come per la vita di Jordi. Una pagina tutta per questo Vangelo II P.
      Sai che questo tema "para-religioso" o "meta-umano" (quale termine preferisci?) mi coinvolge molto e molti post, specialmente sulla repubblica indipendente erano dedicati a questa nostra storia.
      Li ho raccolti in un file più o meno tutti, come fosse un libro, o un Vangelo ... apocrifo, e vorrei riscriverli, dandogli una veste più precisa, e anche una casa apposita.
      Poi, magari ne vorrei fare un libro.
      Ma per questo so che la faccenda è molto diversa e non sono sicuro di volerlo fare davvero.
      Ma intanto, amica mia, il primo passo dovrebbe essere dare una stesura più definitiva ai testi.
      Per me, (dentro di me) ritengo che il tema è maturo.
      Quindi, forse lo farò.

      Un abbraccio amica mia.
      Piero

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  3. Caro Paolone, per il video ho provato di tutto, anche a chiedere alla community blogger se mi aiutano.
    se mi faranno sapere qualcosa di buono te lo farò sapere.
    Intanto grazie per la tua compagnia.
    Fa piacere sempre.
    E grazie del regalo/video.

    Piero

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    1. Senti, ho trovato un modo. Adesso ci provo.

      [vid-4:3]http://www.youtube.com/watch?v=KgCFGmdXCPw [/vid]

      E adesso vediamo se funziona!

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    2. manco p' 'a capa!
      Traduco: neanche per l'anticamera del cervello

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